Opera del Vocabolario Italiano

Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche

seminarI 2025

Dante and Beyond: Revisiting Texts and Themes on the 760th Anniversary of Dante’s Birth

Nei mesi di marzo e maggio 2025, il Center for Italian Studies at the University of Notre Dame (UND), in collaborazione con il CNR - Istituto Opera del Vocabolario Italiano (OVI), ​​ospiterà il decimo ciclo di seminari in videoconferenza dal titolo " Dante and Beyond: Revisiting Texts and Themes on the 760th Anniversary of Dante’s Birth", in cui si esamineranno testi e questioni legate all'opera di Dante Alighieri.

I relatori saranno (in ordine di apparizione): Pietro Beltrami  (Università di Pisa), Zygmunt Barański  (University of Notre Dame / Cambridge Univerity), Theodore Cachey (​University of Notre Dame), Lino Leonardi (Scuola Normale Superiore), Carolina Borrelli, Ugo Conti e Giulia Zava (OVI). 

Le lezioni e le discussioni si svolgeranno in italiano.

Per partecipare occorre registrarsi: clicca qui.

mercoledì 19 MARzo

Pietro Beltrami
Il Fiore (di chiunque sia) nei lavori del TLIO, e oltre

La decima edizione dei seminari in rete condivisi fra l’OVI e l’Università di Notre Dame è un’occasione per ricordare gli inizi della costituzione del corpus testuale del TLIO, la prima pubblicazione in rete del corpus entro il progetto ARTFL, e le prime fasi della redazione del vocabolario. Il Fiore si presta bene per parlare di quei lavori, ma è anche un testo di tale interesse, e ancora tanto discusso, che è inevitabile cogliere l’occasione per ripensare ad alta voce alcuni dei problemi che presenta.

Pietro Beltrami è stato professore incaricato a Parma, associato a Pisa e straordinario e ordinario nelle Università della Basilicata e di Siena, quindi ordinario di Filologia romanza a Pisa dal 1996 al 2018. Dal 1992 al 2013 è stato Direttore dell’Istituto “Opera del Vocabolario Italiano” del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

mercoledì 2 6 MARzo 7 MAGGIO

Zygmunt Barański
La Forma universal di questo nodo’ (Par. 33.91): Le strutture dell’oltremondo dantesco

Gli studi danteschi da tempo sostengono che le strutture sia della Commedia che della sua rappresentazione dell'oltretomba cristiano siano caratterizzate dall'armonia e dall'ordine della loro organizzazione: un poema suddiviso in tre cantiche e cento canti, con ogni cantica dedicata a una parte dell'aldilà. Poema e oltretomba sono quindi modellati sulla creazione di Dio, sul "volume […] per l'universo" (Par. 33, 86–87). Tuttavia, negli ultimi anni, sono emersi dubbi su (i) quanto sia veramente corretto considerare la Commedia e il suo trattamento dell'oltretomba come equilibrati e armoniosi, e (ii) quali possano essere le implicazioni per la nostra comprensione del poema se, come anch'io credo, esso sia segnato da tensioni e presenti un oltretomba in cui i conflitti non sono affatto risolti

Zygmunt Barański è professore emerito di Italiano all’università di Cambridge e di Notre Dame. Ha pubblicato ampiamente su Dante, sulla letteratura italiana medievale, sulla ricezione di Dante nei secoli XIV e XX, e sulla letteratura, il cinema e la cultura italiana del XX secolo.

mercoledì 9 aprile

Theodore Cachey
Automappature dantesche: da ‘Voi che ‘ntendendo’ a Paradiso 8

Unico tra i poeti del suo tempo, Dante sviluppò la sua identità poetica all'interno di una cornice cosmica. C'è una profonda analogia e corrispondenza tra l'esperienza bio-spaziale della sua vita e il cosmo che il poeta costruisce nella sua letteratura sia in termini celesti che terrestri. Detto in termini più semplici, dovrebbe essere possibile seguire l’emergere e lo sviluppo del tema cosmologico, del cosmo di Dante, lungo l’intero percorso della sua vita e delle sue opere, come una sorta di barometro del continuo bisogno di Dante di stabilire e mantenere il suo “luogo” nel mondo. Questo è ciò che si intende per “auto-mappatura” nel titolo.

Theodore J. Cachey Jr. è professore ordinario di letteratura italiana all’università di Notre Dame e direttore del Centro di Italian Studies e del William and Katherine Devers Program in Dante Studies a Notre Dame. La sua ricerca verte su Dante, Petrarca, Boccaccio, la storia della lingua italiana, la letteratura di viaggio e i rapporti tra cartografia e letteratura. Ha pubblicato e curato numerosi libri, tra cui Le isole fortunate (1995), Petrarch’s Guide to the Holy Land (2002), Petrarch and Dante (2009) e Dante’s Other Works (2022). I suoi saggi sono apparsi in riviste come "Italianistica", "Critica del Testo", e "Annali d’italianistica".

mercoledì 16 aprile

Lino Leonardi
Guittone, Dante e le rime speciali: appunti dal cantiere dell’edizione di Guittone d’Arezzo

Il lavoro in corso per l’edizione critica delle rime di Guittone d’Arezzo, a cui collaboro con Vittoria Brancato e Andrea Beretta, sta giungendo alla sua fase conclusiva. Uno dei punti delicati che abbiamo dovuto affrontare riguarda il trattamento delle cosiddette rime speciali, a partire dalla rima siciliana fino ad arrivare alle rime tecniche più spericolate. È una questione su cui il dibattito (da Contini a Baldelli a Castellani) ha forse bisogno di un aggiornamento, anche per le implicazioni circa il ‘guittonismo’ di Dante.

Lino Leonardi è professore ordinario di filologia e linguistica romanza alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 2014 al 2018 ha diretto l'Istituto CNR Opera del Vocabolario Italiano, e dal 2023 coordina il dottorato in Filologia romanza e italiana digitale. Il suo lavoro si concentra sulla poesia italiana medievale, i volgarizzamenti, il romanzo arturiano, la Bibbia in volgare e le digital humanities. Ha pubblicato numerose edizioni, tra cui quelle dei sonetti di Guittone d'Arezzo e del Ciclo di Guiron le Courtois. È socio dell'Accademia della Crusca, direttore di riviste e collane editoriali, membro di comitati scientifici, e rappresenta l'Italia in DARIAH-ERIC. È anche presidente della Sezione Italiana dell'International Arthurian Association.

mercoledì 30 aprile

PROGETTO CLIO I - Carolina Borrelli, Ugo Conti e Giulia Zava
Due casi di studio e i corpora per lo studio integrato della poesia delle Origini. Il commento in volgare all’Aesopus attribuito a Gualtiero Anglico del ms. Vat. lat. 3216

Tra le raccolte medievali di favole esopiche, quella in distici elegiaci attribuita a Gualtiero Anglico ha goduto di particolare fortuna. Nel 1951, Mario Pelaez dà notizia di un compendio in prosa latina dell’Aesopus accompagnato da un commento in versi in volgare italo-veneto di mano trecentesca conservato nel manoscritto miscellaneo Vat. lat. 3216. L’intervento intende ritornare sul testo a partire da tre prospettive di ricerca: 1. l’analisi macro-strutturale del codice Vat. lat. 3216, latore di altre opere latine e volgari, come i Trionfi e i Salmi penitenziali di Petrarca e il capitolo Re Carlo primo fu grande omo e fero di Franco Sacchetti; 2. l’indagine metrica delle sessanta unità strofiche che costituiscono il commento volgare; 3. lo studio stilistico e lessicale del testo.

Carolina Borrelli è assegnista di ricerca presso l’Opera del Vocabolario Italiano (OVI-CNR) nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. Ha ottenuto il dottorato di ricerca in Filologia romanza presso l’Università degli Studi di Siena, in cotutela con l’EPHE–PSL, con una tesi dedicata allo studio codicologico, linguistico ed ecdotico del canzoniere trobadorico T (Paris, BnF, fr. 15211). I suoi principali interessi riguardano la tradizione manoscritta della lirica in lingua d’oc e la produzione in versi della letteratura italiana antica.

Ugo Conti è assegnista di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. I suoi interessi ruotano principalmente attorno alla poesia delle Origini e del primo Novecento, all’informatica umanistica, alla trattatistica metrica antica e alla metrica italiana, con particolare riguardo alla critica stilistica della terza rima, di cui ha studiato l’utilizzo nella Commedia e per la quale ha curato lo sviluppo del programma Triars - Terza Rima Informatizzata per l’Analisi Ritmica e Sintattica.

Giulia Zava è assegnista di ricerca OVI-CNR nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. È stata borsista della Alexander von Humboldt Foundation alla Freie Universität Berlin, della Fondation Barbier-Mueller pour l’étude de la poésie italienne de la Renaissance de Genève e del Research Institute of the University of Bucharest. I suoi interessi riguardano principalmente la letteratura italiana dal XIV al XVI secolo, con particolare attenzione per Petrarca e la sua ricezione quattrocentesca, i meccanismi del riso nella prima età moderna, la relazione fra letteratura e arte. 

mercoledì 14 MAGGIO

PROGETTO CLIO II - Carolina Borrelli, Ugo Conti e Giulia Zava
Due casi di studio e i corpora per lo studio integrato della poesia delle Origini. La Summa di Antonio da Tempo: problemi metrici e testuali

La Summa artis rithimici vulgaris dictaminis di Antonio da Tempo è il trattato sulla metrica volgare più noto e diffuso dal Trecento al Cinquecento. Si tratta di un’opera dall’impianto semplice, ma che presenta una tradizione testuale piuttosto intricata per via della proliferazione di interpolazioni che si trovano variamente distribuite in una larga porzione dei testimoni del trattato, senza considerare i problemi che a propria volta pongono i suoi quattro volgarizzamenti finora noti. A partire dalle due edizioni del testo (Grion, 1869; Andrews, 1977), l’intervento si svilupperà su tre direttive principali: 1. un’analisi della situazione testuale dell’opera e le diverse soluzioni editoriali adottate finora, in relazione ai molti problemi che il testo presenta; 2. uno studio dei metri affrontati da Antonio da Tempo e dei problemi che essi pongono in rapporto al panorama della lirica trecentesca; 3. un approfondimento sul lessico metrico e retorico di cui il testo e le sue interpolazioni sono estremamente ricchi.

Carolina Borrelli è assegnista di ricerca presso l’Opera del Vocabolario Italiano (OVI-CNR) nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. Ha ottenuto il dottorato di ricerca in Filologia romanza presso l’Università degli Studi di Siena, in cotutela con l’EPHE–PSL, con una tesi dedicata allo studio codicologico, linguistico ed ecdotico del canzoniere trobadorico T (Paris, BnF, fr. 15211). I suoi principali interessi riguardano la tradizione manoscritta della lirica in lingua d’oc e la produzione in versi della letteratura italiana antica.

Ugo Conti è assegnista di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. I suoi interessi ruotano principalmente attorno alla poesia delle Origini e del primo Novecento, all’informatica umanistica, alla trattatistica metrica antica e alla metrica italiana, con particolare riguardo alla critica stilistica della terza rima, di cui ha studiato l’utilizzo nella Commedia e per la quale ha curato lo sviluppo del programma Triars - Terza Rima Informatizzata per l’Analisi Ritmica e Sintattica.

Giulia Zava è assegnista di ricerca OVI-CNR nell’ambito del progetto PRIN 2022 CLIO - Corpora per la Lirica Italiana delle Origini. È stata borsista della Alexander von Humboldt Foundation alla Freie Universität Berlin, della Fondation Barbier-Mueller pour l’étude de la poésie italienne de la Renaissance de Genève e del Research Institute of the University of Bucharest. I suoi interessi riguardano principalmente la letteratura italiana dal XIV al XVI secolo, con particolare attenzione per Petrarca e la sua ricezione quattrocentesca, i meccanismi del riso nella prima età moderna, la relazione fra letteratura e arte.